LA CALMA E IL CAOS
Proposta di Intervento di Gruppo per il Congresso Nazionale CIPA 2021

L’incertezza e la vulnerabilità, con le quali noi analisti ci confrontiamo quotidianamente nell’ascolto dei pazienti, con l’avvento della pandemia da Covid-19 sono diventate le coordinate di fondo della vita di tutti. 

Il sommarsi delle fragilità individuali al crollo di molte certezze nella coscienza collettiva, configurano nella percezione di chi vive questo periodo lo snodarsi di una vera e propria crisi epocale. La relazione dell’essere umano con sé stesso e con il proprio ambiente conoscono una profonda trasformazione, i cui parametri non sono ancora chiaramente leggibili. 

Tutto ciò non può non avere riverberi visibili sulla relazione di cura.

Se la metodologia psicoterapeutica assume forme inedite, con l’avvento su scala più vasta e per periodi prolungati della psicoterapia online, la stessa relazione dell’individuo con la dimensione profonda, in un momento di forte ridimensionamento del potere dell’Io e in un ambiente sociale dominato dallo spaesamento, sembra per molti versi modificarsi.

Il ruolo dell’analista, che fungeva da argine alle paure, si fa oggi più sfaccettato e complesso. Lo “stare nell’incertezza” che accomuna terapeuta e paziente,tra l’altro, lascia emergere in modo più netto la necessità di collegare emozione e pensiero, e configura un’allenza terapeutica che, anche nelle terapie in corso da tempo, ne modifica parzialmente le caratteristiche.

Questo lavoro si propone di puntare l’attenzione su alcune trasformazioni in corso nella relazione analitica. Osservando da vicino i cambiamenti del setting, infatti, realizziamo in modo più evidente di quanto fosse in precedenza quanto il nostro sia un osservatorio privilegiato per cogliere in tempo reale ciò che va trasformandosi nel rapporto tra gli individui e nel confronto tra l’individuo e sé stesso. Il setting appare oggi sia come cartina di tornasole di paure e nodi preesistenti, ma altrettanto come volano di bisogni individuali e collettivi che vanno prendendo forme inedite, e che vanno letti con sguardo necessariamente flessibile.  La domanda che ci poniamo è quanto il microcosmo della relazione analitica sia in grado di offrire, non soltanto ai terapeuti, un punto di vista significativo per far fronte alla crisi che ci coinvolge. Un’analisi puntuale dei mutamenti in corso con l’attenzione a ciò che nel qui ed ora è essenziale, ci permette quindi non soltanto di cercare le modalità di cura adatte al momento, ma anche di individuare nella dinamica della psiche profonda elementi di evoluzione e autoguarigione nel momento del loro presentarsi. 

Il rinnovare partendo dalla clinica la funzione maieutica e simbolico-narrativa della psicologia analitica,infatti, mettendo a frutto la sua capacità di interrogarsi sulle zone oscure e indecifrabili della mente, può permettere in questo momento storico agli analisti di testimoniare il formarsi di una coscienza individuale e collettiva che sia in grado di stare a piedi saldi nel caos, di provare a ri-tessere un senso.

Con queste premesse l’elaborato, che verrà costruito a partire dal dialogo di gruppo tra analisti e terapeuti di differenti generazioni, si articolerà sull’analisi delle trasformazioni all’interno del setting e nella relazione  analitica a partire da alcuni snodi:  

-stare nell’incertezza

-ordine e disordine nel setting

-terapia come posto sicuro

-destrutturazione della metodologia e ruolo della dimensione affettiva.

Il linguaggio poetico e quello audiovisivo coadiuveranno e faranno da  indispensabile contrappunto alla nostra ricerca.

PaolaTerrile,MatteoBiaggini,CarlaGiubbolini,SilviaPassalacqua,GiadaTocco

 

Torino,17 gennaio 2021